Cyber risk, come contrastare la pirateria nel web

Si terrà il prossimo 24 novembre a Milano il “Cybersecurity 2022” organizzato da “24 Ore Eventi” e “Sole 24 Ore” con Assolombarda.

Ormai si sta prendendo sempre più coscienza del fenomeno assai pericoloso della “pirateria nel web”. Il cyberspazio è diventato sempre più terra di nessuno: si susseguono sempre più attacchi degli hacker su vasta scala, che sono veri e propri atti terroristici, che partono sia da soggetti privati che da Stati, che se ne servono anche come strumenti di disinformazione (basta vedere l'attività svolta da Cina e Russia per penetrare all'interno del mondo Occidentale). Tra agosto e settembre ci sono stati vari allarmi in Italia, per campagne e attacchi informatici, come ha rilevato il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e l'Agenzia nazionale per la cybersicurezza.

Eclatanti sono stati gli attacchi portati al sito del Senato e ad altre istituzioni (Regioni ed enti pubblici come l'INPS).

L'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, in particolare, ha pubblicato documenti nei quali sono riportati tutti gli attacchi degli ultimi tempi, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica che è ancora poco sensibile ad affrontare il problema. Si pensi che il 40% dei manager italiani non ha alcuna competenza nella cybersicurezza; che siamo in questo settore 30 anni indietro rispetto alla Germania e 15 rispetto alla Francia. Ad esempio, basta pensare che solamente il 22% delle nostre imprese è assicurata per il Ciber risck e che il 60% ritiene questo rischio non rilevante. Anche se negli ultimi anni il tasso di copertura è aumentato in misura significativa (31 punti percentuali negli ultimi 3 anni) la quota di imprese che non si sono assicurate pur avendo subito un danno in passato resta comunque elevata.

Per questo è necessario recuperare il ritardo nella formazione, sviluppando consapevolezza del grave problema non solo a livello istituzionale ed industriale, ma anche nella vita di ciascuno di noi.

La guerra e la crisi economica costituiscono un terreno ideale per un peggioramento delle condizioni di sicurezza. Occorre dunque prendere tutte le precauzioni necessarie per limitare i danni che possono essere causati da attacchi informatici.

Dobbiamo in particolare puntare sui giovani immediatamente, facendo tornare dall'estero anche quegli specialisti che sono andati via negli ultimi anni.

La realtà è che negli ultimi tempi con un'accelerazione inimmaginabile, ma che si sarebbe potuta e dovuto prevedere, la tecnologia ha cambiato profondamente la vita di tutti noi, rendendo facilmente fruibili servizi informatici impensabili fino a poco tempo fa. La guerra ci ha anche fatto capire meglio quanto la cyberwar si espanda con grande facilità ben oltre i confini dei conflitti.

Questo processo ha reso più vulnerabile e permeabile tutto il sistema ed è stato opportuno perciò istituire una autorità unica l'“Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale”, che gestisce tutta la problematica in sostituzione di ben 23 soggetti.

Gli attacchi informatici, secondo tutti gli esperti del settore, cresceranno ancora a dismisura su tutti i fronti; (attualmente ce n'è uno a settimana), per cui l'Italia dovrà sempre più attrezzarsi nella difesa, puntando su nuove tecnologie di analisi e di strumenti di prevenzione, dotandosi di sempre più sofisticati sistemi di protezione.

E' una grande sfida, dunque, quella che abbiamo di fronte; innanzitutto di carattere culturale che dovrà essere affrontata sia dai singoli cittadini che dalle pubbliche amministrazioni per salvaguardare la nostra sovranità tecnologica, informatica e, quindi, nazionale.

 

Riccardo Pedrizzi