Dialogo sociale, buon inizio per il prossimo governo

Che Paolo Capone, Segretario Generale dell'UGL fosse ben disposto fin da sempre nei confronti di un eventuale governo di Centrodestra non vi erano dubbi, infatti, prima delle votazioni aveva inviato una lettera aperta ai tre leader, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, chiedendo di aprire immediatamente il dialogo con le forze sociali fondato su un “Patto per la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende”.

"E' un fatto molto positivo che la leader di Fratelli d'Italia abbia riconosciuto il valore e l'importanza del dialogo con i corpi intermedi. La coesione sociale è indispensabile per affrontare questa fase difficile nella quale anche i governi più autorevoli non potranno fare a meno del contributo e della competenza delle parti sociali. Per anni i leader politici avevano proposto il contrario, ponendosi l'obiettivo della disintermediazione e dell'autosufficienza della politica. Ma hanno tutti fallito" ha detto poi Luigi Sbarra, Segretario Generale della CISL.

Gli hanno fatto eco Pierpaolo Bombardieri, leader della UIL, affermando che: «Le premesse sembrano buone, noi abbiamo da sempre chiesto il dialogo sociale e il confronto come metodo per approcciare i problemi in un momento così drammatico nel nostro Paese» ed il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, solitamente duro nei confronti delle forze di centrodestra, dichiarando: «non abbiamo alcuna intenzione di fare un’opposizione pregiudiziale, ma vogliamo confrontarci nel merito. Ci confronteremo come abbiamo fatto con gli altri, valuteremo nel merito di quello che fa»... «Un soggetto sindacale non ha pregiudiziali, ma dei valori e dei programmi, aggiungendo che «noi chiediamo di essere coinvolti prima che vengano prese le decisioni».

In pratica tutte le confederazioni sindacali hanno recepito le aperture di Giorgia Meloni (all'assemblea della Coldiretti ha ripetuto spesso: “non intendiamo fare da soli”) ai corpi sociali intermedi ed anche compreso che, non solo dal punto di vista sindacale, ma anche di quello della concezione della società, è cambiato totalmente il vento.

Sono tutte belle notizie, dunque, quelle che arrivano dal mondo dei sindacati dei lavoratori e che stanno ad indicare un'inversione di tendenza anche perché queste forze sociali sanno che nella tradizione del Centrodestra c'è sempre stata una particolare sensibilità per il mondo del lavoro, per la concertazione e per il dialogo sociale.

Negli ultimi anni, invece, c'era stato un vero e proprio attacco ai corpi intermedi con la concezione dell'“uomo solo al comando” e, sopratutto, con la cosiddetta “disintermediazione” in nome del primato della politica e della urgenza della decisione politica.

In nome proprio del primato della politica e della rapidità decisionale abbiamo avuto, dal governo Monti in poi, anni in cui si è lavorato allo smantellamento del mondo della mediazione socio-politica e degli enti che per tradizione ne sono stati protagonisti.

Attraverso la marginalizzazione dei sindacati, delle organizzazioni imprenditoriali e professionali, del volontariato si era voluto creare un deserto della rappresentanza intermedia e, alla fine, fra potere di vertice e la base si era creato il vuoto. E non ci si era resi conto che quando c'è un vuoto, qualcuno lo riempie. E così è avvenuto con il prevalere della rete che, invece, di unire ha isolato ancor di più i singoli navigatori, creando un popolo senza volto e senza legami e con il prevalere di lobby più o meno trasparenti.

Proprio per questo è da tempo ormai che più voci si sono levate per lanciare un allarme su quella che era diventata una vera e propria deriva di annientamento dei cosiddetti corpi sociali intermedi, disattendendo del tutto, tra l'altro, il sacrosanto principio di “sussidiarietà” che può applicarsi e realizzarsi solo e proprio in presenza di corpi sociali.

Nonostante questi tentativi di annientamento dei corpi sociali, le dichiarazioni dei leader sindacali rivelano, invece, che c'è una grande voglia di partecipazione politica e che non si vuole lo scontro sociale con il governo di Centrodestra.

Si tratta, perciò, di fare, ora, un grande lavoro per ricostruire la società nella sua dimensione intermedia tra economia e politica, tutti insieme, lavoratori ed imprenditori, governo ed opposizione.

 

Riccardo Pedrizzi