Educazione finanziaria e Welfare aziendale

L'importanza dell'educazione finanziaria

Sono stati oltre 200 gli eventi per diffondere l'educazione finanziaria che si sono svolti in 70 città in ottobre che hanno impegnato teatri, musei; biblioteche e scuole. Si è cominciato all'inizio del mese a Roma, si è finito il 31 ottobre con la giornata mondiale del risparmio. Mai come in questa particolare congiuntura storica (spreed e situazione delle banche, ecc. ecc.) iniziative di questo tipo e di questa portata sono apparse opportune. Secondo S&P nessun Paese fra i 7 grandi fa e sta peggio di noi e quando dai concetti base dell'economia in generale si passa a cercare qualche rudimento di finanza, i numeri peggiorano ancora. Solo 9 italiani su 100 hanno mostrato di aver chiare le tutele offerte dalla diversificazione degli investimenti. Proprio nei giorni precedenti al mese di ottobre il Sottosegretario Massimo Bitonci aveva presentato il Rapporto annuale della Consob sul Risparmio dal quale era emerso innanzitutto la discrepanza tra il giudizio che gli intervistati danno di se stessi e la realtà. Noi italiani siamo presuntuosi e per il 40% dichiarano di avere un livello elevato di conoscenze finanziarie, mentre solo il 28% dimostra di avere una cognizione effettiva: l'80% del campione (parliamo – badate - di risparmiatori non di quisque de popolo) non ha alcuna nozione di probabilità, il 50% si dichiara avverso a qualsiasi rischio, il 60% non tollera alcun tipo di perdita, solo il 10% riesce a confrontare i vari prodotti finanziari. Pochi usano strumenti di pagamento digitali ed internet (solo il 20% contro il 45% della media degli europei). I portafogli non sono diversificati. Sono numeri da emergenza. Per affrontarla, questa emergenza il decreto banche di fine 2016 (quello che ha salvato Mps, per intendersi) creò il Comitato per l'educazione finanziaria e lo si deve al Sen. Marino, Presidente della Commissione Finanze. Con queste iniziative si proverà a dare agli italiani gli strumenti indispensabili per tenere al riparo i risparmi dalle tempeste, dai rischi di investimenti sbagliati, dalle vendite fraudolente che fanno saltare troppi portafogli. E' una sfida complicata. I soliti detrattori, quelli ai quali non va mai bene niente, continuano a dire che il Comitato governativo per l'Educazione Finanziaria (Edufin), è un'invenzione del governo del 2016 e di certi economisti per ribaltare sui risparmiatori responsabilità negli scandali finanziari. La colpa è dei cittadini – si dice – che sono ignoranti in materia finanziaria.

E' invece secondo me meritoria la collaborazione che viene sopratutto dalle banche del Territorio alle quali bisognerebbe affidarsi di più e meglio senza pensare di poter fare da soli.

Continua infatti la corsa del trading online, a molti piace in pratica “giocare” in borsa. In base all’ultima classifica di Assosim, il trading online rappresenta ormai il 40% del controvalore scambiato su azioni italiane.

Gli italiani vogliono provare il brivido di comprare e vendere titoli o prodotti finanziari più sofisticati, ma spesso rischiano anche di farsi molto male.

Pensano di diventare ricchi lavorando poche ore al giorno. Sono convinti di poter sempre e solo vincere o di avere ritorni facili del 100 o 200% sui propri investimenti, sono gli slogan preferiti sul web, da parte di molti siti spesso opachi. Di conseguenza anche le vittime tra i piccoli risparmiatori che operano in questa maniera in questi anni sono state molte. Nei primi sei mesi di quest’anno la Consob ha già chiuso 183 siti pirata.

Occorre che i risparmiatori si ricordino sempre di prestare molta attenzione anche nel valutare il proprio profilo di rischio e le proprie conoscenze rispetto ai vari strumenti finanziari venduti su queste piattaforme. Anche per questo la Borsa Italiana ha programmato un convegno sul tema dell’educazione finanziaria.

Gli investitori sono spesso distratti ed allettati da false promesse su operazioni di facile esito anche grazie al nuovo fenomeno delle rischiose criptovalute.

Per evitare frodi è necessario innanzitutto che si operi su mercati regolamentati, attraverso broker autorizzati e vigilati.

L’industria dei prodotti finanziari è in costante evoluzione, ci saranno nuovi prodotti. Proprio per questo però occorre potenziare l’attività di educazione finanziaria con l’obiettivo di aumentare il grado di consapevolezza dei risparmiatori rispetto alle decisioni di investimento e di assunzione del rischio. Anche se – come ha dichiarato Federico Signorini, Vicedirettore generale di Bankitalia – non bisogna mai tralasciare l'attività di vigilanza vera e propria: “l'educazione finanziaria non sostituisce la tutela del consumatore da parte delle leggi e delle autorità che devono farle rispettare”. I due tasselli, dunque, devono viaggiare insieme.

E poi la cultura finanziaria deve partire dalla scuola dove si formano le nuove generazioni.

Riccardo Pedrizzi