Questi sono i difensori dei lavoratori: Cirinnà, Fico, Boldrini e Di Maio

Molto probabilmente non ritorneranno in parlamento e dovranno trovarsi un lavoro che permetterà loro di continuare a vivere agiatamente alcuni “campioni dei diritti dei lavoratori”.

Infatti, ad esempio, non sono bastate le sue battaglie a favore delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali, dei transessuali (LGBT), né l’aver innalzato un cartello contro “Dio, patria, famiglia… Che vita di merda“ e nemmeno di aver vinto la battaglia del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto per assicurarle un posto sicuro nelle liste elettorali del PD. Anzi ha ricevuto “uno schiaffo in faccia” dal suo segretario LETTA che, forse, ha tenuto conto della vicenda dei 24.000 Euro trovati nella cuccia del suo cane nella sua villa di Capalbio, dei quali la senatrice disse di non sapere nulla. ( forse il segretario del PD sa qualcosa sugli sviluppi delle indagini relative alla provenienza di quel denaro?). Probabilmente ha pesato di più il comportamento tenuto nei confronti della sua colf la quale, pur essendo strapagata, messa in regola con i contributi Inps aveva costretto la senatrice a lavorare al suo posto. “Ero già nei pasticci di mio nelle ultime settimane -dichiarò la Cirinna - Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l’ortolano, la cuoca. Tutto questo perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps ci ha lasciati da un momento all’altro. Volete sapere il motivo? Mi ha telefonato nel pomeriggio e mi ha detto di punto in bianco: “Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane”. Poverina la senatrice era gis stressata per il ritrovamento del “malloppo”di 24.000 €uro, ora vi si mettevano anche le dimissioni della domestica.

C’è da dire che la Cirinna non è sola a trattare tra “così bene” i suoi dipendenti, essendo questo un atteggiamento comune ad altri noti “difensori” dei lavoratori. Innanzitutto l’ex presidente della camera Laura Boldrini, eletta con Leu e attualmente del PD. L’anno scorso con un documentato articolo la giornalista Selvaggia Lucarelli ci ha fatto conoscere come l’ex presidente e solita trattare i suoi collaboratori. La madonnina laica, diventata portabandiera dei migranti, naturalmente clandestini, delle straniere dell’Est, delle donne, delle minoranze di qualsiasi genere, razza ed orientamento, dei diritti dei lavoratori, si è fatta beccare infatti per una vertenza di lavoro. Dal racconto della colf Lilia, che è moldava, quindi dell’est Europa, si apprende della denuncia al Caf per ottenere la liquidazione di 3000 Euro relativi al lavoro svolto in otto anni e 10 mesi e che non avveniva perché si trovava un accordo per formalizzare la chiusura del rapporto di lavoro“. Poi c’è anche la storia della collaboratrice parlamentare, che a 1.200/1.300 euro al mese dice alla Lucarelli:” ho lavorato due anni e mezzo con la Boldrini, partivo il martedì alle 4,30 da Lodi per Roma, lavoravo per tre giorni 12 ore al giorno dalla mattina presto alle nove di sera. Per il resto lavoravo da casa vacanze comprese… Da questo stipendio dovevo togliere costi di alloggio e dei treni da Lodi.....ero assunta come collaboratrice parlamentare.....ma il mio ruolo era anche pagare gli stipendi alla golf, andare a ritirare le giacche dal sarto, prenotare il parrucchiere praticamente facevo anche il suo assistente personale che è un altro lavoro”........”a maggio finito il Lockdown ho chiesto di rimanere in smart working anche perché ho tre figli, di cui uno che si era ammalato seriamente E che doveva essere operato. A un certo punto parte del

suo staff aveva pensato di fare anche una colletta per pagarmi i treni.., ho dato le dimissioni”. Come può definirsi un simile trattamento se non sfruttamento.

Evidentemente questo comportamento è comune a tutti gli ultimi presidenti della Camera dei deputati, se è vero che anche Roberto Fico è stato beccato da “Le iene”, negando di sapere che la propria compagna utilizzava una colf in nero nella casa in cui lui vive quando è a Napoli. Per questo motivo perde la causa con la trasmissione televisiva perché Yvonne de Rosa fa effettivamente le pulizie a casa e la babysitter per la figlia della compagna di Roberto Fico, guadagnando 500 Euro al mese ed alternandosi oltretutto con un domestico ucraino tale Roman.

Ed ecco per non essere da meno Gigino Di Maio , l’ex capo supremo dei 5Stelle, che ha negato che nella ditta del padre Antonio ci fossero dipendenti che lavoravano in nero. La vicenda era partita dalla denunzia di un ex dipendente del padre di Di Maio raccolta da “Le iene. Concittadino di Pomigliano d’Arco, Salvatore Pizzo lavorava nell’azienda edile che da trent’anni porta avanti il padre di Luigi, prima intestata alla madre, Paolina Esposito, e confluita poi nel 2012 in una Srl di proprietà al 50% del ministro e della sorella Rosalba. La vicenda veniva dopo il cosiddetto “caso Ischia”,del quale il presidente della regione Campania, De Luca diceva “Di Maio vive in una casa abusiva, ma è abusiva a sua insaputa. Ha detto che era piccolino quando è successo”. Da tutti questi episodi emerge chiaramente che questa filantropia di facciata nei confronti dei più poveri, dei diversi, degli immigrati clandestini, delle donne e dei lavoratori per questi esponenti dei 5Stelle e del Pd e‘ solamente un’arma di battaglia politica, uno strumento di polemiche, frutto di un’ideologia progressista di sinistra, che non nasce da una vera sensibilità di servizio all’uomo, ne‘ da una cultura dell’accoglienza e del riconoscimento della dignità del lavoro, che possono derivare solamente da una concezione della vita e del mondo illuminate dal messaggio evangelico e dalla Dottrina sociale cattolica indipendentemente che si abbia o meno fede e che ci si dichiari o meno cristiani.

Ce la faranno alcuni grandi difensori dei lavoratori ad uscire indenni da questa campagna elettorale che vede alcuni di loro candidati in posizioni “scomode”, altri accasati in formazioni improvvisate ed altri ancora addirittura non presentati?

 

Riccardo Pedrizzi