E Di Maio che fa? Protesta con la Grecia invece che battersi per le vacanze in Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Leggiamo dai giornali che il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si sarebbe lamentato con il governo greco per le limitazioni imposte agli italiani nell’accesso in quel Paese, a fronte dell’emergenza coronavirus. Dopo le polemiche dei giorni scorsi seguite alla decisione di Atene di riaprire le frontiere ai cittadini di 29 Paesi ma non a tutte le regioni italiane, Di Maio aveva sottolineato che il nostro Paese “non è un lazzaretto” e successivamente si era mosso personalmente, con un colloquio telefonico con il collega Nicos Dendias, per un chiarimento, anche in vista della visita ad Atene prevista per il prossimo 9 giugno. Ovviamente, Di Maio ci informa che avrebbe ottenuto “rassicurazioni”… Ma su cosa, esattamente? Sul fatto che gli italiani, invece che aiutare la nostra economia, in ginocchio per il coronavirus, porteranno soldi ai greci per “sostenere” il loro comparto turistico in ginocchio? Ma vi sembra un comportamento normale che un ministro degli Esteri protesti con la Grecia perché chiude le frontiere ai turisti italiani, mentre tutto il nostro settore turistico, alberghiero e della ristorazione sta morendo? La Merkel invita i tedeschi a non prenotare vacanze in Italia e Di Maio invece di chiedere ai nostri concittadini di restare nel Paese più bello del mondo questa estate si lamenta con il suo omologo greco, per difendere la dignità nazionale… Ma ci faccia il piacere!, direbbe Totò. Vale la pena di sottolineare che anche sul “Corriere della Sera” il vicedirettore Antonio Polito si è chiesto: “Ma serve battersi per le spiagge greche? … Si sprecano gli appelli per fare l’estate in Italia, anche per sostenere un’industria turistica nazionale che rischia di prendere un colpo mortale. Con questi chiari di luna, ha senso battersi per popolare le spiagge greche?”. Una domanda, quella del più importante quotidiano italiano, che ci siamo posti in molti, ma non il nostro ministro grillino, che ha pensato di fare la voce grossa con i greci per convincerli ad accettare i nostri turisti, i nostri soldi, i nostri risparmi. Sia chiaro, nessuno ha nulla contro la meravigliosa Grecia, anzi. Ma è chiaro che sarebbe “normale” andarci in tempi “normali”, non quando è in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese del settore che si troverebbero in competizione con il nostro. Proprio per tutte queste ragioni è bene che i milioni di persone che sono solite andare in Grecia questa estate stiano in Italia per risollevare la nostra economia. E sarebbe stato molto utile se a dirlo fosse stato il nostro ministro degli Esteri.

Riccardo Pedrizzi

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