Fede Economia e Sviluppo

“Fede, economia e sviluppo” (Roma: Pantheon, 2009) di Riccardo Pedrizzi offre al lettore, sia specialista sia profano, il piacere intellettuale e anche morale della lettura di 30 saggi, chiari ed incisivi, dedicati ai vari aspetti dell’economia nazionale e mondiale, intesa in un’ottica dichiaratamente cristiana.

Sbaglierebbe chi pensasse che la Chiesa ha a fondamento della sua visione dell’economia unicamente la parabola degli uccelli e dei fiori. Essa è infatti intervenuta innumerevoli volte con ammonizioni, analisi, encicliche sulla complessa realtà del mondo dello sviluppo, del profitto, degli affari, e del lavoro, allo scopo d’indicare la maniera cristiana di conciliare le esigenze del mercato con i valori inalienabili dello spirito. E Riccardo Pedrizzi rinvia continuamente il lettore a questa visione, profonda e coerente, in armonia con la dottrina sociale della Chiesa, ch’egli ha dei rapporti economici e sociali esistenti tra individui e tra Paesi.

L’autore di questa antologia di scritti d’assalto, come non è improprio definirli dato il loro taglio, riesce a dimostrare che le ammonizioni, le direttive, gli auspici emananti dalla Chiesa nel campo sociale ed economico avrebbero certamente impedito lo sconvolgimento e le miserie causati dall’avventurismo della nuova finanza, sganciata dall’economia reale, e completamente indifferente ai principi di solidarietà, di onestà, di dignità, e di tutti i preziosi valori di cui il cristianesimo è promotore.

Gli interventi dell’autore sono di una grande attualità, poiché aderiscono, per i temi trattati e e per le soluzioni proposte, al nostro particolare momento storico, caratterizzato da nuovi, gravi problemi imputabili ad una finanza pericolosamente disancorata dall’economia reale, e dedita a scorrerie planetarie compiute con l’aiuto dei suoi micidiali prodotti derivati e di altri ritrovati e marchingegni alla Cagliostro.

In questo libro si constata che i valori dello spirito, su cui la visione economica dell’autore poggia con solidità e coerenza, non sono né teorici né utopici, e neppure in contraddizione con le pur impietose leggi del mercato. Al contrario: i valori dello spirito forniscono la base – Pedrizzi ce lo dimostra ampiamente con i necessari approfondimenti – di un sano, concreto, duraturo sviluppo economico. Gli esempi ch’egli ci dà sulla validità di questi principi sono numerosi. Io mi limiterò a menzionare, un po’ alla rinfusa, i seguenti temi.

-Il principio di sussidiarietà presente nella dottrina sociale della Chiesa; principio che è in aperta antitesi ad un passivo assistenzialismo condotto dal potere centrale.

-Il divieto di sacrificare i valori umani sull’altare del puro profitto.

-La necessità dell’integrità morale degli attori economici.

-La necessità di stabilire regole e tutele poiché un mercato abbandonato a se stesso diviene teatro di abusi.

-La facilitazione del credito, attraverso banche che siano vicine al cliente e al corrente dei suoi bisogni, ossia che siano a misura d’uomo e d’impresa.

-Il microcredito – oggi tanto esaltato anche perché considerato esotico, mentre è una creazione della Chiesa con i suoi straordinari “Monti di pietà”.

-Il sistema delle cooperative “componente decisiva del capitale non solo economico ma soprattutto sociale del Paese”.

-Le virtù del risparmio.

-La centralità della famiglia, fattore di elevazione d’ordine innanzitutto morale, ma anche economico di un Paese.

Lungi tuttavia dall’essere una enumerazione di principi, il libro di Riccardo Pedrizzi - economista, politico, uomo di legge, giornalista, autore di numerosi libri, operatore economico attivissimo nel campo bancario ed assicurativo, uomo d’azione che parla chiaro – è di una grande concretezza.

L’autore non risparmia critiche alla “mondializzazione senza Patria e senza Dio” che ha infranto “ogni connessione virtuosa tra risparmio, lavoro e sviluppo della comunità nazionale”. Dal che si vede chiaramente ch’egli pone al centro dell’economia l’individuo concreto, figlio di una Patria, e inserito in una cultura, in una Storia specifica, e non l’astratto individuo da riplasmare secondo i bisogni di ideologie spesso disumanizzanti. Di qui anche il suo perorare contro l’accanimento della comunità finanziaria mondiale con le sue politiche di stabilizzazione ed aggiustamento strutturale (PAS) ai danni dei paesi giudicati economicamente inaffidabili.

La sua aspra critica poi alla maniera in cui l’Euro è divenuto la moneta comune europea, appare addirittura profetica alla luce di quanto è accaduto alla Grecia.

I valori dello spirito, congiunti ad una straordinaria conoscenza tecnica del mondo finanziario acquisita sul campo, rischiarano ogni pagina di questo libro, che per la sua concretezza, nel contempo – lo ripeto – è un vero manuale d’istruzioni di cui gli operatori economici dovrebbero munirsi.

Non esprimerei un giudizio così ammirativo su questi testi, se la realtà attuale non avesse confermato per filo e per segno quanto Riccardo Pedrizzi da anni dice e propone, in aperta opposizione alle mode e in particolare alle idee trionfanti della nuova economia e della nuova finanza, le quali hanno ingenerato di recente tremendi guasti. E continueranno a farlo – ci ammonisce l’autore – a meno della restaurazione di quella serie di nobili, luminose regole morali su cui si basa la dottrina sociale della Chiesa.

Claudio Antonelli

FEDE ECONOMIA E SVILUPPO

di Riccardo Pedrizzi

150 pagine - 15,00 euro