I laici cattolici scendano in campo

Se non è crisi, certamente il mondo cattolico sta attraversando un momento tra i più difficili di tutta la sua storia bimillenaria; una storia che ha visto più volte la Chiesa di Roma vacillare sotto i colpi di nemici di ogni genere, da quelli provenienti da lande sterminate e lontanissime a quelli addirittura di altre razze ed altre civiltà; da quelli che rappresentavano un altro principio spirituale in contrapposizione al suo a quelli che si battevano in nome di altre religioni e di altre fedi; dai sostenitori della protesta contro il

Papato ai rivoluzionari in nome delle libertà giacobine e dell’uguaglianza massificatrice.
Una storia, quella della Chiesa Cattolica, fatta a volte di luci ed a volte di ombre, che ha avuto i suoi martiri, i suoi eroi, i suoi grandi uomini che hanno caratterizzato epoche e civiltà, ma anche i suoi prelati politicanti ed intriganti ed i suoi preti corrotti; una storia, però, che non l'aveva mai visto vacillare per “ motu proprio”, per attacchi sferrati dall'interno di essa, portati al suo magistero spirituale, di carità e di dottrina sociale.

E', invero, una novità che la Chiesa sia messa in difficoltà dal suo interno da molti suoi stessi uomini, alle volte da quegli stessi che hanno maggior responsabilità nel reggimento della comunità ecclesiale.

Di ciò si sono resi conto i cattolici praticanti e quelli tiepidi, i laici e gli atei, uomini di altre religioni ed indifferenti.

La Chiesa Cattolica, infatti, nel corso dei secoli ha permeato di sé mondi e civiltà, per cui mentalità, istituti giuridici, società e Stati si sono formati in essa e sono cresciuti con essa: il medioevo ghibellino ed eroico non si comprenderebbe senza la componente cattolica, senza la filosofia e la teologia patristica di San Tommaso e di Sant’Agostino, senza gli ordini monastici cavallereschi, senza le crociate, le cattedrali gotiche e le abbazie. Così la colonizzazione delle Americhe e del Terzo mondo. Nemmeno si potrebbe immaginare, anche se la vita dell'uomo contemporaneo è completamente secolarizzata e gli Stati non incarnano più un principio superiore e trascendente, come sarebbe stata e sarebbe l'Europa e l'Occidente senza il Cristianesimo: è impensabile la nazione italiana senza la Roma dei Papi, o la Francia senza i suoi curati di campagna e senza i suoi vescovi, o, ancora, la Spagna senza la sua anima che ricorda la “reconquista” della penisola dai mori con una vera e propria cruzada religiosa.

Il Cattolicesimo fa troppo parte di noi stessi, della nostra arte, della nostra cultura, della nostra musica, della nostra architettura, direi, del nostro sentire e del nostro vivere – e quando dico nostro, parlo di tutti noi, uomini europei cattolici e non, atei ed indifferenti – per non accorgerci che da qualche tempo qualcosa non va, qualcosa non funziona, qualcosa non è più come dovrebbe essere. E che qualcosa di grave stia succedendo, se ne sono accorti anche ambienti e personaggi che mai, per il passato, avrebbero pubblicamente denunziato la situazione ed esternato idee così preoccupate.
Infatti si è abbassato livello culturale all'interno della istituzione e non mancano preti che cedono al nuovo vento che spira nel mondo con il cosiddetto pensiero unico. Per questo ci si divide, si dà l'impressione di essere in crisi. Si alienano gli edifici sacri, si vendono gli arredi, si dissuggellano le reliquie; cambia persino il linguaggio, si benedicono i demolitori e chi da sempre ha attaccato la Chiesa. Nessun rito resiste, nessuna regola viene risparmiata.

Si annacqua la dottrina e la prassi. Proprio coloro che dovrebbero dare certezze seminano il dubbio.
Tutto ciò proprio quando in un mondo che ha eletto il materialismo a vangelo e l'ateismo a religione, c’è bisogno di spiritualità sopratutto da parte di giovani in cerca di valori ed ideali. Eppure questa situazione si sarebbe potuta prevedere, se si pensa che già settantanni fa l'accademico di Francia Maurice Druon scriveva: “In questa Chiesa delle incertezze, si fa grande ricorso all'umiltà per sostituire l'abito del religioso. Il prete si è spogliato di ogni segno distintivo, come se in questo modo volesse convincersi che egli è un uomo uguale agli altri. E invece, se egli non è diverso, non è nulla. Nel prete il fedele cerca proprio la diversità, e nel senso di una superiorità reale. Non abbiamo bisogno di parroci-compagni. I padri-camerati non hanno fatto nulla di buono con i figli delle ultime generazioni. Prete viene da presbus, il vegliardo, l'anziano, il saggio, l'ambasciatore. Da un prete ci si attende una guida e, dunque, un'autorità; se abbiamo bisogno di lui, è perché egli conferisce un po' di sublime, un po' di sacro, o di sacramento, agli atti della nostra vita quotidiana. Egli è l'ambasciatore della divinità e dunque deve mettersi in grado di ispirare il rispetto che la sua missione merita”.

Ecco perché ci troviamo oggi di fronte una parte della Chiesa che intende essere sempre meno “cattolica” e “romana” e sempre più democratica e popolare; sempre più interessata a questioni di politica contingente, sempre più “conciliante” e sempre più incline alle tendenze del mondo e della società “moderna”; che continuamente rivede le sue posizioni, che fa l'autocritica, che si adegua, che si scusa per la sua storia.

Non a caso, infatti, si preferisce definirsi cristiani e non cattolici, cercando con tutti i mezzi di eliminare dal vocabolario della nostra religione espressioni come “romano pontefice”, “Cristo Re”, “Regina del Cielo”, “Re del cielo e della terra”.

Per queste ragioni è necessario che ci si renda conto, che si sta giocando una battaglia tra il fronte della Tradizione e quello della sovversione, o come si diceva una volta tra i fautori di Cristo e quelli dell'anticristo. Ed in questo scontro sarebbe troppo comodo per i laici stare a guardare ed attendere che consegua la palma del successo l'uno o l'altro schieramento.

Il Cattolicesimo ha permeato di sé il mondo intero e la nostra stessa vita è indissolubilmente legata ad esso. Perciò anche la vita della Chiesa è una questione che ci riguarda da vicino.

Riccardo Pedrizzi

Rassegna stampa - Settimanale di Padre Pio