Il turismo in provincia di Latina “attualità e prospettive”

Egregio Direttore,
faccio riferimento agli articoli pubblicati sul suo quotidiano “Un brand pontino per il turismo” del 4/8 scorso e “Turismo e opportunità. Un tour per il rilancio” del precedente 13/7 per sottoporle alcune riflessioni sullo stesso tema.
Il turismo rappresenta quasi il 15% del PIL, cioè della ricchezza italiana; occupa 4,2 milioni di addetti. Si tratta cioè di un giro di affari di circa 87 miliardi di Euro (nel 2019) di cui 44,3 portati dagli stranieri, con un trend in aumento costante negli ultimi anni. Questo anno, se non ci fosse stato il Coronavirus, negli stessi mesi ci sarebbero stati 81 milioni di presenze ed i soli turisti stranieri avrebbero speso quasi 10 miliardi di euro.
Attualmente invece il comparto prevede di perdere 350 mila addetti stagionali. Il 20% delle strutture rischia di chiudere definitivamente e comunque non ha aperto nemmeno.
A giugno le presenze negli hotel d'Italia hanno registrato un crollo dell'80 % rispetto allo stesso mese del 2019 a causa dell'assenza (-93,2%) della clientela estera ed oltre a più dei due terzi di quella italiana. A luglio l'83% degli hotel, secondo l'Osservatorio di Federalberghi, prevede un fatturato più che dimezzato. Nel 62,7% dei casi poi il crollo sarà superiore al 70%. “E' una tragedia e non si vedono segnali di una ripartenza secondo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, chi ha aperto pensa di richiudere”.
Drammatiche le conseguenze sull'occupazione: a giugno sono stati persi 110 mila posti di lavoro stagionali (-58,4%) e per i successivi mesi ci sono altri 140 mila posti di lavoro temporanei a rischio.
Le dimensioni del crollo si presentano nelle stesse proporzioni nella nostra provincia, anche se mancano dati attendibili ed,invece, sarebbe importante averli a disposizione al più presto (abbiamo solo i dati ISTAT che riportano gli esercizi ricettivi: 202 con 12.006 posti letto).
Bene ha fatto perciò il Presidente della nostra Provincia, Carlo Medici, a riunire un Tavolo di coordinamento per la realizzazione di un “Brand Turistico” per offrire un'immagine unitaria del territorio pontino, iniziativa che, peraltro, ben si sposa con quella dei giovani Edoardo Lofoco ed Andrea Fanti di ASTRI, che propongono un “patto per il Turismo”.
“Accogliere il turista nel migliore dei modi”. E' questa la carta vincente per incrementare la presenza di visitatori sia italiani che stranieri nella nostra provincia.
Con una accortezza però: non è indispensabile mettere a disposizione dell'ospite servizi particolari, varare ad ogni costo iniziative complesse e magari costose. E' questa una indicazione tanto più valida per la nostra provincia, che non ha certo bisogno di inventare nulla per incrementare il suo “appeal” naturale nei confronti dei grandi flussi turistici nazionali ed internazionali.
La crescita economica di qualsiasi settore abbisogna però di regole chiare, di interlocutori istituzionali facilmente identificabili.
Esattamente l'opposto di ciò che si verifica nel settore turistico.
Del comparto turistico, proprio per la sua complessità, si occupano varie amministrazioni e diversi livelli di governo: è quindi necessario che gli ambiti di competenze siano ben definiti, che si realizzino i necessari momenti di coordinamento ed armonizzazione, che vi sia la possibilità di intervenire nel caso di amministrazioni inadempienti.
 A tal fine sarebbe indispensabile una “Autority” centrale che faccia da riferimento per le politiche generali ed eserciti la funzione di indirizzo e di coordinamento, cosi com'è indispensabile il ruolo della Regione, protagonista dello sviluppo e della salvaguardia del territorio ed interlocutrice principale degli operatori e delle imprese.
Dobbiamo però rilevare che sopratutto in tutta la vicenda del coronavirus, le istituzioni pubbliche nel loro insieme, preposte a governare le condizioni generali nell'ambito delle quali il turismo opera, sono state e continuano ad essere disattente alle mutevoli necessità del comparto turistico in generale.
Non può, infatti, esistere una vera e sana politica del turismo se non esiste una vera e sana politica del territorio, della cultura e dello sviluppo.
Entrando nello specifico: il turismo offerto nella nostra provincia continua ad essere poco qualificato: a parte alcune zone di particolare pregio naturalistico, come Sabaudia o il promontorio del Circeo, tutta la nostra costa mostra lo stesso paesaggio di seconde case ed una congestione di traffico, perennemente in aumento.
Prevale l'affollamento delle nostre spiagge la domenica ma il resto della settimana il flusso è particolarmente insignificante.
E' quindi indispensabile puntare su un turismo di qualità, che sia incentrato, non solo su uno sfruttamento più intelligente di tutta la costa, ma anche sulle zone termali, sul Parco Nazionale del Circeo, su Ninfa, ormai nota in tutto il mondo ma che è suscettibile di ulteriori potenzialità, sulle zone umide di valore internazionale, sui laghi costieri e non da ultimo sul turismo di quei paesi più interni, collinari e montani, cosi ricchi di storia, di cultura, di folklore, di tradizione religiosa (le abazie di Fossanova e Valvisciolo ecc.). 
Bisognerebbe, inoltre, puntare sulla creazione di nuovi approdi turistici per diportisti e sull'ampliamento e sul miglioramento di quelli esistenti. Sono necessarie le infrastrutture viarie che continuano ad essere rinviate alle calende greche anche se pare che qualcosa si intraveda per la Roma-Latina e la Cisterna-Valmontone.
Non va trascurata, poi, la valorizzazione delle risorse di tutte le isole pontine, alle quali la nostra provincia dovrebbe guardare con particolare attenzione.
Rappresentano una carta turistica importantissima, che dovremmo saper giocare al meglio ed a tutto campo, perché offre proposte e prospettive forse uniche nel suo genere: l'estensione delle nostre coste e la bellezza delle nostre isole, in un contesto naturalistico, storico, paesaggistico più che unico.
Lo stato in cui versa il comparto turistico provinciale, sopratutto dopo il crollo che c'è stato questa stagione, necessita quindi della formulazione di linee strategiche chiare sugli interventi indispensabili a qualificare sempre più l'offerta e ridare cosi competitività alle risorse provinciali.
La politica di valorizzazione dell'economia turistica pontina passa attraverso le scelte concrete della qualità e dell'innovazione, viste come assi strategici per l'adeguamento alle dinamiche che il mercato globale sempre più impone come “conditio sine qua non” per resistere alla concorrenza che si fa sempre ed ancora più agguerrita dopo la crisi.
E' questa la sfida che deve essere lanciata nel settore e che ognuno per la sua parte deve raccogliere. Alcune linee guida dovranno promuovere un'azione più complessa a livello provinciale, mediante una più stretta sinergia tra privati, associazioni di categoria e Pubbliche Amministrazioni, indispensabile proprio per la natura complessa dei servizi turistici.
La valorizzazione di un settore, che si è sviluppato spontaneamente, grazie alle risorse ambientali, storico-culturali e climatiche è possibile se si attueranno politiche rivolte al raggiungimento di obiettivi certi e facilmente individuabili:
a) Ampliamento e destagionalizzazione dell'offerta turistica attraverso l'integrazione mare-monti città e paesi d'arte, risorse termali, agriturismo;
b) Recupero dell'immagine, attraverso il miglioramento qualitativo e quantitativo dell'offerta, potenziando altresì l'informazione e l'assistenza degli enti preposti.
c) Formazione ed informazione permanente degli operatori, favorendo la nascita di nuovi e più giovani imprenditori turistici.
Tutti questi obiettivi potranno essere perseguiti con una strategia intersettoriale che favorisca la collaborazione tra imprese dislocate nello stesso territorio, in una prospettiva di ampliamento dell'offerta e di creazione di pacchetti integrati.
E' un momento particolare quello che sta vivendo il turismo della nostra provincia, in cui accanto alla forza delle idee, deve esserci necessariamente anche la forza delle azioni. Di tutti: politica ed istituzioni, associazioni di categoria e sindacati, forze sociali e culturali e perché no? anche religiose.
Grazie per l'ospitalità.


Riccardo Pedrizzi