Lettera aperta al direttore del “Sole24Ore” su George Soros

Caro direttore, lo scorso 13 dicembre il suo autorevole giornale ha pubblicato un lungo articolo a firma George Soros che non poteva passare inosservato a chi, come me, per tutta la carriera politica ha combattuto la speculazione finanziaria, l’affarismo sulle pelle dei popoli e i cattivi maestri del mercato libero che coltivano il mito darwiniano della jungla in nome di un liberismo senza limiti e controlli. In quello scritto il signor Soros si è permessa la libertà di dare lezioni di politica alla cancelliera Merkel, rivolgere insulti a due paesi della Ue, nonché – ed è l’aspetto forse più grave – si è spinto fino a ventilare minacce dei mercati in caso di un’Europa non abbastanza allineata alle sue idee.

Cosa intendeva dire Soros quando testualmente, riferendosi all'accordo raggiunto tra il Consiglio d'Europa, Polonia ed Ungheria, scriveva che “questo compromesso potrebbe intaccare gravemente la fiducia faticosamente raggiunta, acquisita dalle istituzioni dell’Unione con la creazione del Recovery Fund”?

Il dubbio che siano avvertimenti subliminali, non oso dire “mafiosi”, a me - che da deputato, senatore e presidente della Commissione Finanze del Senato in passato ho indagato sugli attacchi speculativi a danno della nostra economia - è sorto immediatamente.

Sarebbe giusto ricordare che il finanziere ungherese oggi ha diritto di parola, anche sul suo giornale, in veste di opinionista autorevole, nonostante la famigerata fama di raider finanziario ed affarista senza scrupoli, che contribuì in maniera decisiva con le sue speculazioni all’uscita della lira dallo Sme nell’82 e che fu uno dei protagonisti delle catastrofiche privatizzazioni dei colossi pubblici italiani pianificate a bordo dello yacht Britannia nel ’92”. (il 16 settembre di quell'anno guadagnò in un solo giorno più di un miliardo di dollari).

George Soros nel suo articolo affrontava con disinvoltura il tema della recente intesa sul blocco delle ingerenze della Ue nei paesi “sovranisti” su diritti individuali, immigrazione e magistratura, nell’ambito degli accordi sul bilancio europeo e sul Recovery Fund. Nel dettaglio, Soros parlava di “resa della cancelliera tedesca Angela alle estorsioni ungheresi e polacche”, che definisce “stati canaglia” la Polonia (il cui governo sarebbe “illiberale”) e l’Ungheria di Orban (suo nemico personale, il cui regime definisce “cleptocratico”), accusando l’Europa di aver svenduto i propri valori e minacciando possibili ripercussioni sui mercati.

Un tono arrogante e inaccettabile, da un personaggio che ora si propone come garante delle democrazia occidentale e paladino delle libertà individuali, dopo aver seminato povertà e immoralità nel mondo grazie alle sue spericolate operazioni finanziarie sui mercati, senza guardare in faccia risparmiatori ed interi popoli. Inquietanti sono anche le parole che Soros usa per chiudere il suo articolo quando parla di una fiducia dei mercati che potrebbe venir meno. E’ un chiaro segnale minaccioso di possibili attacchi futuri per minare la stabilità finanziaria dell’Europa, di cui “Il Sole24Ore” purtroppo si è fatto portavoce, anche se il giorno successivo il bravo Sergio Fabrini ha cercato di raddrizzare il tiro.

Gentile direttore, qui non è in discussione il diritto di parola di nessuno, ovviamente, ma credo che sia giusto anche dare spazio alla versione di chi, come me, da anni combatte questi aspiranti moralisti dal portafoglio stracolmo come Soros. In un articolo pubblicato su alcuni giornali con cui collaboro e divulgato sui miei social, facevo presente quanto le sto scrivendo.

Mai come in questo caso il riscontro, in termini di lettura dell’articolo e di consenso, è stato notevolissimo, il che mi induce a pensare che ancora oggi in tanti, in Italia, sappiano chi sia realmente questo miliardario che si arroga il diritto di esprimere “l’indignazione morale che devono provare le persone che credevano nell'UE come protettrice di valori europei e universali”.

Non si capisce, poi, a che titolo Soros possa dare lezioni alla Merkel ( che offende, dicendole che in fondo si sta avvicinando al pensionamento nel settembre 2021) , rimproverandole un atteggiamento troppo morbido con Polonia e Ungheria, colpevoli, a suo avviso, di aver imposto un accordo che indebolisce le condizionalità nei confronti dei singoli Stati e l’indipendenza della Commissione.

Va, invece, rimarcato che sono da accogliere con soddisfazione, finalmente, le limitazioni imposte dalla politica (il Consiglio d'Europa) a un organismo (la Commissione) non eletto da nessuno, autoreferenziale, privo di legittimazione democratica e che non risponde a nessuno.

Tutta questa vicenda in ogni caso può servire e possiamo perciò trarre degli insegnamenti da questo intervento di Soros sul maggiore quotidiano economico italiano.

Il primo: un personaggio, come il discusso finanziere, dispone di amicizie e di coperture tali da potergli consentire un linguaggio così duro e di una arroganza tale da colpire Stati, istituzioni, capi di governo e di fare minacce alla intera Unione Europea.

Secondo: Tutta questa vicenda può servire per confermarci nella giustezza dell’impegno contro Soros e i suoi emissari, compresa quella Open society foundation, che finanzia i movimenti abortisti nel mondo, la liberalizzazione della droga, la libera circolazione dell’immigrazione clandestina e la distruzione della famiglia naturale; una battaglia che deve proseguire in tutte le sedi, pronunciando anche giudizi sui giornali italiani che lo incoronano portavoce della democrazia e dei valori universali dell’uomo.

Ringraziandola per l'ospitalità, che sono certo non verrà negata, le invio tanti cordiali saluti.

 

Riccardo Pedrizzi

Già Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato

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