Tra crisi e tradizioni: e se recuperassimo la magia del natale?

Il mio parroco la mattina di Natale ci ha intrattenuti durante la Messa con la sa omelia sulla magia del Natale “di quando eravamo bambini” e ha fatto ritornare alla mia mente i numerosi Natali trascorsi con i miei genitori e i miei fratelli cinquanta e più anni fa.

Prima da piccoli al Camaldoli, allora periferia collinare di Napoli, dove noi e poche altre famiglie, come quella di Laura e Claudio Antonelli eravamo “i signori” pur non essendo certamente abbienti e benestanti, poi a Salerno, dove abbiamo – io e i quattro miei fratelli – trascorso l'adolescenza e la giovinezza lontano da tutti i nostri parenti napoletani. A casa mia c'era sempre l'albero di Natale e qualche volta il presepe quando mio padre ne aveva voglia e tempo a costruirlo. I regali pur nelle alterne vicende lavorative ed economico-finanziarie mio padre, non mancavano mai. Fino all'età del ???? mi sono chiesto come facessero i miei genitori a farci trovare sotto l'albero o vicino al presepe tanto ben di Dio. Restavamo svegli fino all'una, le due di notte e ci risvegliavamo verso le cinque di mattina per controllare la situazione. “Magicamente” i regali apparivano. Eppure avevamo cercato per tutta la casa, eravamo rimasti svegli quasi tutta la notte... Ancora oggi mi chiedo dove li nascondessero i miei genitori tutti quei regali.

Mio padre probabilmente li lasciava nella sua macchina e poi, appena noi eravamo addormentati, li collocava sotto l'albero. Forse per questo tutti noi fratelli fino all'età di quattordici, quindici anni continuavamo a credere a sostenere con i nostri amici, che ci prendevano in giro, che il bambin Gesù e la Befana esistevano realmente.

Il rito nella mia famiglia di origine è durato finché mia madre è stata con noi. Con le nostre nuove famiglie ciascuno di noi fratelli ha continuato a far vivere questa Tradizione. E continua oggi a casa mia con Riccardo, il figlio di Stefano, che porta il mio nome. E' un rito che si rinnova ogni anno che all'attesa e allo stupore di noi bambini poi diventati ragazzi e poi ancora adulti, ha sostituito oggi la dolcezza e la tenerezza che si prova dinanzi ai figli, alle nuore, alle nuove famiglie che sono nate o stanno nascendo ed al nipotino che è arrivato a Natale sotto l'albero, come Gesù bambino. E cosi ti si fa nuova la vita e credi veramente che quando te ne andrai non finirà tutto con te, ma resterai in mezzo a loro, come i Natali magici rimasti con te, nella tua memoria. Per sempre magici.

Riccardo Pedrizzi