Le categorie produttive pagano inserzioni sui giornali


per farsi ascoltare: a cosa sono serviti gli Stati Generali di Conte?

Nei giorni dell’affannosa corsa verso l’approvazione della Legge di Bilancio in Parlamento, sui principali quotidiani italiani appaiono annunci a pagamento delle varie categorie produttive e del mondo della ricerca per chiedere al governo e alla maggioranza di ascoltare il loro urlo di dolore. Dalle organizzazioni dei liberi esercenti della Fipe, a Federalberghi, fino alla Fondazione Veronesi, è tutto un susseguirsi di denunce, appelli e lettere aperte al premier ed al Parlamento affinché non ci si limiti a timidi interventi di facciata, come i ristori, ma si programmino le basi economiche di una ripresa del Paese. Chi si è potuto permettere le inserzioni a pagamento, che costano decine di migliaia di Euro, in qualche modo si è fatto sentire, ma tutte le piccole e medie imprese che non hanno questa possibilità rischiano di restare in silenzio senza avere interlocutori politici, in una fase così delicata di scelte, fatte in tutta fretta anche per evitare che si arrivi a un disastroso esercizio provvisorio se non si riuscisse ad approvare la legge di Bilancio entro fine anno. Mi chiedo: a che cosa sono serviti gli Stati Generali di giugno, fortemente voluti dal premier per programmare la ripartenza, se ancora oggi assistiamo all’agonia delle imprese e del mondo della ricerca ed alla assoluta sconnessione delle loro rappresentanze di categoria dalla classe dirigente italiana? Nei giorni scorsi, sul Corriere della Sera, la Fipe e la Fiepet, associazioni che raggruppano bar, sale da gioco, discoteche, pub e locali di tutta Italia, avevano urlato in un manifesto rivolto al governo il proprio “Basta!” rispetto al caos normativo degli ultimi mesi, che continua a penalizzare le imprese del settore. Da segnalare anche la lettera-appello al Premier Giuseppe Conte e ai ministri del Turismo Dario Franceschini e dello Sviluppo Stefano Patuanelli, in cui i principali gruppi alberghieri attivi nel Paese lamentavano misure statali di 'ristoro' non adeguate e i provvedimenti previsti 'risibili', in riferimento alla legge di Bilancio e al Piano nazionale Ripresa e Resilienza per un settore trainante dell'economia italiana. Un "appello urgente" dal mondo della scienza e della ricerca per "misure coraggiose" e soprattutto "fondi adeguati" da destinare subito alla ricerca scientifica era arrivato anche dalla Fondazione Veronesi. "Se non ora, quando? Nei mesi passati sono stati decisi stanziamenti importanti in Italia e in Europa, la legge di bilancio sta per essere votata e con il Recovery Fund si apre un'opportunità irripetibile, è ora di sbloccare nuovi fondi”, era stato il messaggio di ricercatori. Si tratta di categorie che rappresentano settori trainanti della nostra economia con migliaia di imprese. Gli Stati Generali dovevano segnare l’inizio di un dialogo tra governo e parti sociali ma al momento non hanno dato frutti, mentre i vari Comitati,che ormai sono decine girano a vuoto ed in maniera autoreferenziale chiusi nei bunker del Palazzo, dimostrano di non sapere cosa accade davvero nel Paese. Riccardo Pedrizzi

RASSEGNA STAMPA

Il Tempo - Il governo resta sordo agli appelli di imprese e categorie produttive